Vanni Viviani - Il tempio delle mele

25/06/2025

Luca Giovannini - Direttore Generale Fondazione BAM
L'anno scorso noi non solo abbiamo portato dei quadri, delle opere che erano un po' dimenticate in un caveau, abbiamo contribuito al restauro di Spazio Novecento. Quindi è molto importante dare continuità, vedere queste opere che rinascono in un contesto così bello come questa sala è qualcosa di favoloso. Abbiamo contribuito a creare veramente un polo artistico per la nostra città, per tutte le opere del Novecento.
La fondazione BAM da sempre, anche adesso, non è solo vicino al Museo Diocesano, ma è vicino a Palazzo Te, al Museo Virgilio, a Palazzo Ducale e a tutte le situazioni importanti in cui veniamo richiesti sulla nostra provincia. 

Stefano Savoia - Direttore Ufficio Beni Culturali Diocesi di Mantova
Il Museo, Mirabilia che è l'associazione che gestisce il Museo e la Diocesi sono state interpellate per poter raccogliere queste opere.
L'estate mantovana 2025 che si preannuncia piuttosto torrida e afosa, è rinfrescata dalle mele di Vanni Viviani. Sono opere che mettono al centro la mela, il pomo che, storicamente, antropologicamente è uno dei simboli più importanti dell'essere umano e della psiche umana. Nella Bibbia, il peccato originale, il frutto dell'albero della conoscenza, è stato quasi immediatamente identificato con una mela. Non lo era, non c'è scritto, però nell'immaginario collettivo profondo è una mela, la mela di Adamo ed Eva.
E poi la mitologia, la mitologia classica ha fatto delle mele oggetto di ricerca, di contesa, una delle fatiche di Ercole, la mela della discordia, quindi è un simbolo archetipo della psiche umana.

Chiara Rovesta - Presidente Associazione Mirabilia
Mirabilia è un'associazione di volontariato nata nel 2011, ma nel 2017 è diventato l'ente gestore del Museo Diocesano Francesco Gonzaga, per cui lo scopo principale dell'associazione è quello di conservare e valorizzare al meglio le collezioni museali. Dall'anno scorso si è creata una partnership tra la Diocesi di Mantova, il Museo Francesco Gonzaga e appunto Fondazione BAM che ha portato alla creazione di Spazio Novecento, un atelier che conserva centinaia di opere di artisti mantovani del Novecento e per l'iniziativa che inauguriamo questa sera è stata scelta una sezione di queste collezioni dedicata al pittore Vanni Viviani.
Alberto Bernardelli - Curatore Mostra
Viviani è stato un'artista mantovano, seppur poco conosciuto dai Mantovani, perché ha lasciato il suo territorio molto giovane e quindi le relazioni più forti non le aveva tanto con gli artisti di Mantova, con i critici di Mantova, lui aveva più relazioni con i critici milanesi, con i suoi compagni artisti milanesi perché era là che c'era un livello di discussione molto d'avanguardia in quegli anni sessanta. Spesso noi ravvisiamo all'interno di un singolo quadro una duplicità, ci sono due forze contrastanti che combattono fra di loro, non sempre viaggiano in armonia, come dentro le nostre coscienze che abbiamo la spiritualità e la carnalità, il sublime e il volgare, abbiamo queste polarità dentro di noi. C'è sempre un'intenzione didattica in queste mostre del Diocesano e noi speriamo che il pubblico cresca come numero, ma soprattutto che cresca come sensibilità.
Federica Restani - Attrice, Regista e Art Director Ars Creazione Spettacolo
Dalle collaborazioni nascono le idee migliori, dalle sinergie, si producono frutti e in questo caso, è il caso di dirlo, visto che siamo qui per il pittore Viviani, i frutti sono estremamente di valore. Siamo al Museo Diocesano, quindi la collaborazione con la curia di Mantova e con Fondazione BAM che ha voluto ridare valore all'opera del pittore Viviani attraverso l'evento di questa sera. Un evento particolare dove la poesia si sposa con l'arte, dove l'arte parla attraverso il linguaggio poetico suggerendo delle visioni ed è una grande occasione per portare all'attenzione del pubblico quelle che sono delle aspettative che l'opera d'arte talvolta non può convogliare solo essendo vista, quindi ecco che l'attore entra, l'autore entra e dà il proprio apporto creativo ad un'opera che possiamo ritenere globale.
"Il tempio delle mele": Vanni Viviani in mostra al Museo Diocesano Francesco Gonzaga
Dal 28 giugno al 24 agosto 2025, la suggestiva Sala delle Colonne del Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova ospita la mostra “Vanni Viviani – Il tempio delle mele”, un omaggio visionario e surreale a uno degli artisti più originali del secondo Novecento italiano. L'esposizione, a ingresso libero, sarà visitabile ogni venerdì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.30. La mostra propone alcune tra le opere di Vanni Viviani della collezione Fondazione Banca Agricola Mantovana dal 2024 custodite presso Spazio ‘900. "Spazio 900 nasce da una collaborazione tra la Diocesi di Mantova, il Museo Diocesano e la Fondazione Banca Agricola Mantovana. Si tratta di uno spazio complesso. Ci sono diversi ambienti: una sala per le mostre temporanee, un deposito attrezzato e visitabile, sala conferenze multimediale; e questi tre spazi interagiscono e diventeranno la casa dell'arte mantovana del Novecento. Siamo molto soddisfatti e riconoscenti alla Fondazione BAM per averci coinvolto in questo progetto, che non è solo il trasferimento di opere d'arte dell'intera collezione, sono oltre 300 pezzi della Fondazione in un luogo idoneo visitabile, ma è una partnership che consentirà di valorizzare queste opere. E questo serve soprattutto per mostrare la ricchezza del passato che è alla base del nostro presente." (don Stefano Savoia)

Attraverso una selezione di opere rappresentative, l’esposizione accompagna il visitatore in un viaggio tra architetture immaginarie, simbolismi vegetali e atmosfere sospese, che costituiscono la cifra poetica di Vanni Viviani (1937–2002). La sua arte, influenzata dal surrealismo e dal realismo magico, si distingue per un uso sapiente del colore e una raffinata costruzione prospettica, con cui dà vita a mondi enigmatici e fiabeschi. “Il tempio delle mele” è una metafora visiva che attraversa i temi ricorrenti dell’artista: la natura trasfigurata, la memoria delle forme classiche e una visione onirica dell’architettura. Una mostra da non perdere, che unisce rigore formale e immaginazione, e che arricchisce la programmazione culturale mantovana dell’estate 2025.
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