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Antonio Biasiucci in "Manto"
Antonio Biasiucci in "Manto"
07/05/2019
Antonio Biasiucci - Artista
Ho avuto l'opportunità di visitare dei luoghi segreti, dei luoghi inaccessibili al pubblico. Un vissuto che è fatto di storie di amore, di battaglie, di magia e di esoterismo.
Alberto Arrigo Gianolio - Presidente - Fondazione BAM
Antonio Biasiucci, un fotografo napoletano, un fotografo che più che un fotografo è un artista che usa la macchina fotografica per esprimere la propria arte, ed è un fotografo che è stato scelto perché riesce a cogliere una visione diversa da quella che siamo abituati all'idea della città.
Fiorenza Baciocchini - Direttore Generale - Fondazione BAM
Sono immagini che nascono dal buio e che piano piano si svelano e con questo quindi fanno crescere mentre le vedi l'emozione che hai dentro di te.
Erik Bertsch - Pianista
In questo mondo di suoni, che si trasforma e che in qualche modo va a richiamare le fotografie di Antonio.
Antonio Biasiucci - Artista
Questi volti che guardano fortemente il pubblico, come se stessero dentro ma terribilmente fuori, come se interrogassero il pubblico e accentua questa importanza delle donne nella storia di Mantova.
Federica Restani - Attrice
L'obiettivo di Biasiucci, non solo ti guarda, ma cerca all'interno della tua storia; dunque bisogna essere disponibili a mettere a disposizione un'esperienza che dura per un tempo, perdura per una sensazione e si approfondisce dentro di noi lasciando parlare qualcosa che si scopre solo alla fine.
Antonio Biasiucci - Artista
In riferimento a Manto, un'indovina, una strega, è stata la chiave di lettura definitiva che ha determinato i luoghi da inserire oppure da escludere. Per esempio, a Palazzo Ducale, ho avuto l'opportunità di fotografare depositi, quindi queste statue avvolte da questo manto, della sala dei giganti le scritte, che non sono così facilmente visibili, ma io ho avuto opportunità di renderle evidenti con delle mie luci, le zucche che diventano un ventre, dove c'è un'allusione alla nascita, alla placenta, al liquido amniotico, ma anche al cosmo, che sicuramente è una lettura sgombra, libera da quello che eventualmente può essere il soggetto che non è sempre riconoscibile, che però c'è.
Presentazione del libro fotografico "Manto", introdotta da una suggestiva installazione visiva accompagnata da un momento musicale a cura di Oficina OCM.
Lo spettacolo si è tenuto al Teatro Bibiena di Mantova, martedi 7 maggio 2019, alle ore 18.
L'evento è stato il terzo capitolo del percorso di ricerca fotografica pensato per Mantova ed i suoi tesori da Fondazione Bam. Dopo i volumi di Gianni Berengo Gardin, dedicato ai ritratti dei Mantovani e di Gabriele Basilico, impegnato nella documentazione dell’architettura, con Antonio Biasiucci la lettura della città, delle sue tradizioni e delle sue testimonianze, sono state inserite in un’opera di assoluta intensità e bellezza.
A guidare il racconto, composto da 86 fotografie, divise in sette capitoli, sono le donne, figlie, sorelle, compagne della sacerdotessa Manto, a cui è dedicato il lavoro.
Donne che idealmente hanno accompagnato l’autore alla riscoperta dei suoi temi più cari, la stratificazione del tempo, la trasfigurazione della materia, il divenire stesso della materia, sia essa impasto di pane o lava di vulcano, e naturalmente la morte.
Evento
Antonio Biasiucci
Erik Bertsch
Orchestra
Performance
Alberto Arrigo Gianolio - Presidente - Fondazione BAM
Io sono un appassionato di fotografia e quindi la scelta di Biasiucci nasce proprio dall'esigenza di avere un fotografo che fosse diverso. Biasiucci ha fatto una serie di fotografie straordinarie attraverso degli aspetti che non sono usuali. Fondazione Banca Agricola Mantovana, che opera per la promozione della città anche in campo culturale, ha deciso di mettere in campo un progetto fotografico, affidando agli occhi e alla maestria di grandi fotografi il ritratto della città.
Fiorenza Baciocchini - Direttore Generale - Fondazione BAM
Scegliere Antonio Biasiucci non è stato semplice, perché era necessario fare un qualcosa di diverso rispetto a quanto fosse stato in passato, ma che comunque rimanesse collegato al territorio, alla nostra mantovanità. Perché Antonio è riuscito, in maniera molto istintiva, quasi ancestrale, ad individuare quelli che sono i simboli, i riti, tutti gli elementi che caratterizzano la cultura contadina, artigiana e artistica di Mantova. Antonio è riuscito a cogliere Mantova anche grazie alle collaborazioni che ha sviluppato con diverse persone e aziende; è entrato nei nostri palazzi e, in tutti, ha portato via un pezzettino di questa mantovanità, di quest'anima, e l'ha riportata nel suo lavoro.
Antonio Biasiucci - Artista
Sono stato a Mantova più o meno un mese penso, forse un po' di più, nei primi dieci giorni in realtà sono stati sopralluoghi, non ho fatto nessuno scatto, ho avuto l'opportunità di visitare luoghi segreti, dei luoghi inaccessibili al pubblico. In riferimento a Mantova, che è stata la chiave di lettura definitiva che ha determinato i luoghi da inserire oppure da escludere, oppure parti dei luoghi anche famosi della città da considerare. Qui, a Mantova, ci sono dei luoghi che sono così belli, così intensi, che tu non puoi che ammirare, che è impossibile fotografarli, uno di questi posti è il Teatro Bibiena, non c'è nella sequenza del libro, perché sono stato incapace di restituire minimamente la bellezza di questo luogo.
Federica Restani - Attrice
L'esperienza con Antonio Biasiucci è un'esperienza immersiva, che per un'attrice di teatro mette in contatto con una forma nuova, differente, che è quella della performance in presenza davanti a un obiettivo. L'obiettivo di Biasiucci non solo ti guarda, ma cerca all'interno della tua storia, dunque bisogna essere disponibili a mettere a disposizione un'esperienza che dura per un tempo, perdura per una sensazione, e si approfondisce dentro di noi lasciando parlare qualcosa che si scopre solo alla fine.
Moreno Sonnini - General Manager Banca Mps e Consigliere Fondazione BAM
Credo di aver fatto insieme agli amici consiglieri e al presidente della Fondazione BAM, sostegno a questa iniziativa culturale che affonda le sue radici nel territorio mantovano, che riprende i tratti essenziali: la cultura, i mestieri e le tradizioni. Le fotografie non sono fotografie, bensì opere d'arte, veramente straordinarie.
Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Nel 1980 si trasferisce a Napoli, dove comincia un lavoro sugli spazi delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla memoria personale, fotografando riti, ambienti e persone del paese nativo. Nel 1984 inizia una collaborazione con l’Osservatorio vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si radica nei temi della cultura del Sud e si trasforma, in anni recenti, in un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui, nel 1992, ad Arles, il premio “European Kodak Panorama”; nel 2005 il “Kraszna/Krausz Photography Book Awards”, per la pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004) e, nello stesso anno, il “Premio Bastianelli”. Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a mostre collettive, a festival e rassegne nazionali e internazionali. Ha collaborato inoltre a diversi progetti editoriali, tra i quali, in particolare, si ricordano quelli per la casa editrice L’Ancora del Mediterraneo, di Napoli (dal 2000 al 2004) e ha partecipato a importanti iniziative culturali di carattere sociale.
Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni, in Italia e all’estero, tra cui: Istituto nazionale per la grafica, Roma; MAXXI, Roma; PAN Palazzo delle Arti, Napoli; MADRE-Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli; Metropolitana di Napoli; Galleria Civica di Modena; Museo di fotografia contemporanea Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo (Milano); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte Contemporanea, Guarene (Cuneo); Fondazione Banco di Napoli; Collezione Banca Unicredit, Bologna; Bibliothèque nationale de France, Parigi; Maison Européenne de la Photographie, Parigi; Château d’Eau, Tolosa; Musée de l’Elysée, Losanna; Centre de la Photographie, Ginevra; Fondazione Banca del Gottardo, Lugano; Centre Méditerranéen de la Photographie, Bastia; Galerie Freihausgasse, Villach (Austria); Departamento de investigación y documentación de la Cultura Audiovisual, Puebla (Messico); Mart, Rovereto.
Erik Bertsch è nato nei Paesi Bassi e ha compiuto i suoi studi musicali in Italia.
Si diploma e di seguito consegue la Laurea di Biennio Specialistico in Pianoforte solista, con il massimo dei voti e la lode, presso il Conservatorio “Cherubini” di Firenze sotto la guida di Maria Teresa Carunchio.
Si è perfezionato con Alexander Lonquich presso l’Accademia Chigiana di Siena, ottenendo la borsa di studio; ha inoltre seguito corsi tenuti da Pavel Gililov, Riccardo Risaliti, Bruno Canino, Benedetto Lupo e dal Trio di Trieste.
Ha approfondito la sua conoscenza del repertorio antico attraverso lo studio del clavicembalo (M° Conti) e dell’organo (M° Vallini).
Ha inoltre frequentato il Corso di Perfezionamento in Musica da Camera presso l’Accademia Nazionale di S. Cecilia a Roma tenuto dal M° Carlo Fabiano, diplomandosi con il massimo dei voti.
Svolge un’intensa attività concertistica, sia in veste di solista che in formazioni da camera, tenendo numerosi concerti in varie città italiane.
OficinaOCM è un centro di produzione musicale dalla spiccata vocazione divulgativa.
Raccoglie e rilancia l’eredità più che trentennale dell’Associazione Orchestra da Camera di Mantova, nata nella città dei Gonzaga nel 1984, con l’obiettivo di tutelare, diffondere e promuovere un patrimonio tanto prezioso quanto fragile, la musica classica, e l’universo di competenze e valori che vi ruotano attorno.
OficinaOCM è un laboratorio, un luogo dove si produce a scopo culturale, una bottega d’arte a salvaguardia di un sapere antico ma capace di rinnovarsi nel tempo.
L’esperienza pregressa come patrimonio, per proiettarsi verso progetti futuri, innovativi.
OficinaOCM è una bottega d’alto artigianato: qui, dal 1981, nascono le produzioni musicali dell’Orchestra da Camera di Mantova, destinate a palcoscenici nazionali e internazionali.
OficinaOCM è laboratorio: la stagione concertistica Tempo d’Orchestra e il festival internazionale di musica da camera Trame Sonore qui vengono ideati e organizzati, anno dopo anno.
OficinaOCM è un luogo dove si lavora per l’arte della musica, per il suo futuro,
affidato alle nuove generazioni di musicisti e ascoltatori.
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